Erba volant

Il primo incontro del progetto Parliamo di scienza ha raccontato come lo studio della natura sia una fonte di ispirazione per l’innovazione tecnologica. Il progetto è volto ad avvicinare i ragazzi al mondo scientifico

Presso l’aula magna dell’Istituto Cossali si è tenuto il primo incontro del progetto “Parliamo di scienza”, volto ad avvicinare i ragazzi al mondo scientifico. Gli studenti del triennio liceale hanno assistito alla conferenza, “Erba Volant – imparare l’innovazione dalle piante”, tenuta dal prof. Renato Bruni, professore associato in Botanica e biologia farmaceutica presso il Dipartimento di scienze degli alimenti dell’Università di Parma. Il relatore ha inizialmente introdotto le classi alla Biomimetica o, più propriamente, Design Bio-ispirato, cioè «lo studio della natura come fonte di ispirazione per il miglioramento tecnologico».

Molti oggetti che ci circondano e utilizziamo quotidianamente – ha continuato il professore – derivano dall’osservazione attenta delle strutture e dei comportamenti degli organismi vegetali come nel caso dell’aspirina e del velcro. L’acido acetilsalicilico, comunemente noto con il nome di aspirina, è un farmaco antinfiammatorio utilizzato per alleviare sintomi quali febbre o mal di testa. Questo potente medicinale è derivato dall’acido salicilico, una sostanza naturale presente nelle piante di salice, le cui proprietà sono conosciute fin dall’antichità. L’aspirina è quindi un esempio di come l’uomo possa sfruttare per sé ciò che la natura produce.

Al contrario, il velcro, il primo brevetto ufficiale di biomimetica, è un esempio di come l’uomo possa adattare strategie naturali alle proprie esigenze. Nel 1948 l’ingegnere Georges de Mestral ideò un sistema di chiusura ad uncino e asola, il velcro appunto, ispirandosi al principio con cui i fiori di bardana si attaccavano al pelo del suo cane di ritorno dalle sue passeggiate nel bosco. Il prof. Bruni ha tuttavia sottolineato un altro punto cruciale riguardo l’impiego di questa nuova disciplina: «Quello che è ispirato alla natura non è sempre ecosostenibile», come nel caso del cemento armato. Ciò che molti ignorano è infatti l’origine di questo materiale da costruzione così importante eppure così dannoso per l’ambiente. Il primo brevetto è stato depositato nel 1867 dal giardiniere parigino Joseph Monier che, nel tentativo di produrre vasi resistenti per le sue piante, ricoprì con del calcestruzzo una gabbia di metallo e si rese conto della capacità di quest’ultima di trattenere il cemento. Questo dimostra che non sempre da un’ispirazione vegetale provengono invenzioni ecologiche. Per questo motivo, ha concluso il prof. Bruni, dobbiamo sempre ricordare che il punto di partenza è sempre il rispetto per la natura e che l’osservazione non deve essere legata ad una visione puramente utilitaristica in cui ha valore solo ciò da cui si può trarre un guadagno.

Alessia, Angela, Davide, Giacomo, Giovanni, Giuseppe, Laura, Maria, Martina, Mattia
Classe IV B Liceo scientifico

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