LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA

I ragazzi del Cossali hanno realizzato una serie di brevi racconti, utilizzando personaggi famosi della letteratura, facendoli interagire in contesti bizzarri e insoliti.

 

RACCONTO IN GIALLO

Irene Adler,cantante d’opera, e il famoso detective di Scotland Yard Sherlock Holmes si incontrarono durante una esibizione ad un teatro di Londra dove Sherlock si innamorò a prima vista della cantante d’Opera. Lui appariva freddo e distaccato, come sempre,ma in realtà la sua mente si accendeva quando doveva investigare su qualcosa. Holmes ammirava da tempo la primadonna per la sua astuzia, per la sua bellezza ma anche per la sua intelligenza. Lei era una paladina dei giovani artisti di talento e privi di mezzi., bellissima e sofisticata. Però, durante quella stessa notte Sherlock perse il suo amore: Ia Adler fu uccisa nel suo camerino. Giorni dopo a risolvere il caso del suo omicidio viene inviato James Bond, un uomo sconosciuto in tutta la città di Londra . Holmes, che non intendeva collaborare con lui nell’indagine, scoprì che si trattava di un agente segreto. Benché turbato dalla improvvisa scomparsa di Irene, iniziò a insospettirsi per il comportamento del nuovo arrivato, iniziando a seguirlo ovunque andasse fin quando non scoprì la sua vera identità: James Bond era Irene Adler!!!. Durante il periodo in cui James era una primadonna, era stata piuttosto delusa nell’apprendere che, non importa quanto talento tu abbia, i contatti sociali con i nobili sono molto più importanti. Era una donna misteriosa che usava armi per ricattare e manipolare i nobili per far loro supportare altre persone di talento. Da allora, è stata in grado di aiutare molte persone, inclusi musicisti che non avevano accesso all’istruzione, studenti a cui era stata negata l’università a causa dello status sociale e molti altri.  Voleva cambiare il mondo e premiare le persone di talento che non sarebbero state in grado di affermarsi. Irene, o meglio James Bond, dopo aver simulato la sua morte, ossia quella di Irene Adler, ha avuto la possibilità di vivere una nuova vita da uomo.  Nonostante questo cambiamento improvviso, era scivolata in questa nuova vita senza problemi.  Per essere riconosciuta come uomo, non aveva paura di affermare il suo potere al fine di essere trattato come tale. Ma tutto ciò non piaceva a Sherlock, che voleva salvarla in qualsiasi modo da questo mondo, ma James continuò ad uccidere i nobili, avendo contro di se’ tutti i governi e i servizi segreti del mondo
“Irene torna da me, torna al tuo mondo!”- urlò Sherlock quando riuscì a smascherare la donna.
“James Bond, ricordatelo mr. Holmes”- disse James voltandosi di spalle.
I due non si videro più, fin quando un giorno arrivò il momento dell’ omicidio della Regina dell’Inghilterra che era il compito che James si era prefisso,
L’agente segreto aveva continui contatti con la monarchia inglese e poteva entrare ed uscire indisturbato a corte..ma non era stato bravo come sempre.
Il giorno dell’ omicidio, James fallisce e mentre cerca di scappare si scontra con Sherlock, l’uomo del governo che era per uccidere la donna di cui era innamorato.
“È questa la mia fine, Sherlock?”- chiese James con le lacrime che le bagnavano il viso.
“Ci vedremo, ci vedremo presto James…magari nella prossima vita dove staremo insieme.”- rispose Sherlock guardandola negli occhi luccicanti che ella aveva.
Prima che gli altri arrivassero Holmes si affrettò e ,con dolore nei suoi occhi, sparò alla donna amata che subito dopo cadde nelle sue braccia.
“Questo mondo è crudele, ma sappi che io ti ho sempre amato…”- disse James con le sue ultime parole, baciando le labbra di Sherlock, ormai bagnate dalle lacrime che gli scendevano dopo aver perduto il suo primo ed unico amore.

Damanjot Kaur

 

CARO DIARIO…

Caro diario ,
mi presento: sono Peter Pan…ovviamente questo non è il mio vero nome, è solo un soprannome!
Ti scrivo, in una giornata uggiosa, come è solitamente qui a Londra. Mi sento così triste e solo. E ho bisogno di sfogarmi con qualcuno, perciò ti “inauguro”, dedicandoti questa paginetta.
Ti racconterò il nostro Natale in famiglia, appena dopo la morte dei miei genitori. Solitamente era sempre la mamma ad organizzare il tutto, ma quest’anno il compito è toccato a me. Non ti dico quanto ho pensato a lei, a quanto mi manca. La parte più difficile è stata quella di rintracciare le mie sorelle. Biancaneve è sempre presa, avendo sette piccoletti a cui badare. Nonostante abiti nell’appartamento accanto al mio, non la vedo mai. Quindi l’unica possibilità per rintracciare tutte e due le mie sorelle, era quella di mandare un messaggio sul gruppo di famiglia. Un dubbio sorgeva spontaneo in me, man mano che il tempo passava : ma Cappuccetto Rosso avrà ricevuto il messaggio?? Perché lei abita in un bosco sperduto insieme alla nonna. Alla fine venne, dunque il messaggio le era arrivato.
Finalmente la Vigilia era alle porte, io e Wendy, la mia ragazza, partimmo per l’Italia. La casa dei miei genitori era una tipica abitazione di campagna, accogliente, calda però appena arrivati lo scenario che ci apparve era tutto il contrario. Ovunque ragnatele e sporcizia…e che freddo! . Io e Wendy subito ci mettemmo all’opera, pulendola e addobbandola di decorazioni natalizie. Subito finito il lavoro, Wendy si mise ai fornelli. Tu non lo puoi sapere, ma è un’ottima cuoca.
Verso metà pomeriggio arrivarono Cappuccetto Rosso e la nonna; era dalla morte dei nostri genitori che non le vedevo. Ero felicissimo e molto emozionato. La nonna immediatamente si fiondò in cucina, e io e mia sorella subito litigammo.
Litigammo perché le mie sorelle volevano vendere la casa dove siamo cresciuti mentre io la volevo tenere come ricordo. Io alla fatidica domanda:“Allora, quando vendiamo la casa?” risposi semplicemente che non ero pronto. Per fortuna suonarono al campanello, ed ecco Biancaneve e la sua tribù. Subito si creò una confusione totale: bambini che piangevano, bambini che avevano fame….li chiamano nani, ma sono bambini.
La sera si fece ben presto, era tutto pronto per quella sera. Nulla poteva andare storto, ed invece.. Mia sorella Biancaneve a metà serata fece un discorso a tutta la famiglia nel quale essenzialmente diceva che questo era l’ultimo Natale che avremmo trascorso in questa casa, perché a breve sarebbero arrivati i nuovi acquirenti. Come? La casa in cui eravamo stati bambini? La casa dei nostri ricordi?? Io nel sentire quelle parole rimasi pietrificato e deluso perché, dalla loro reazione compresi che tutti lo sapevano, tranne me. Tutti i ricordi dell’infanzia andarono perduti in un secondo. Lasciai il tavolo e mi ritirai nella mia stanzetta a riflettere, non volevo vedere nessuno e neppure sentirli parlare. Pensai tutta la notte alle parole appena sentite, cercai di voltare pagina e auto convincermi che era la strada migliore. Ma nulla, non ci riuscii.
Il giorno dopo, ovvero Natale, lo passai senza nemmeno dire una parola alla mia famiglia. Il tempo non passava più. Era l’ultimo giorno che vedevo la casa, perché il giorno seguente sarebbero arrivati i nuovi proprietari. Le mie sorelle cercarono in tutti i modi di farmi parlare e di farmi riflettere, ma io proprio non riuscivo. Lo capii qualche giorno dopo a Londra nel mio appartamento. Che cosa capii? Che ormai, i ricordi dovevo metterli da parte e iniziare una nuova vita. Ovviamente mamma e papà faranno sempre parte della mia vita ogni giorno, però la casa dovevo lasciarla andare ad una nuova famiglia felice come la nostra…
E, sai che ti dico? Stamattina mi sono guardato allo specchio e SONO CRESCIUTO!
Peter

Gaia Borciani

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